Caro pirata,
la burrasca compie due anni!
Ancora non mi sembra vero aver raggiunto questo traguardo con voi. La prima cosa che voglio fare, infatti, è ringraziarvi: che voi siate membri di questa ciurma dall’inizio o che abbiate scoperto la nostra nave da poco, siete i benvenuti e vi prometto che assieme affronteremo con successo moltissime burrasche.
La seconda cosa che voglio fare, che sembrerà una terribile marchetta ma non lo è, è dirvi che, per l’occasione di questo genetliaco, la burrasca avrà i suoi canali social personali: inizialmente non li avevo aperti perché volevo che questo spazio fosse il più possibile scevro da qualsiasi ansia di gestione, e ho sempre annunciato e pubblicato le puntate solo sul mio profilo Instagram personale. Tuttavia, da qualche mese rifletto sul fatto che la burrasca richiede tanta della mia cura e del mio tempo e voglio che abbia lo spazio che merita anche in altri luoghi della rete. Perciò questo è ufficialmente il regalo di compleanno della burrasca.
D’ora in poi, potrete trovare la burrasca sul suo Instagram; sto riflettendo sull’aprire anche un TikTok ma io e il video editing non siamo sempre amici.
Per tutte queste ragioni quindi, la parola difficile di oggi è palingenesi.
Ho scelto infatti una parola che parlasse di rinascita e di riproporre la propria forma da un’altra parte, esattamente come aprire un nuovo profilo Instagram alla burrasca.
Il termine deriva dalla filosofia stoica e, neanche a farlo apposta si sposa benissimo con una delle primissime parole difficili1 discusse dalla burrasca: apocatastasi. Quando abbiamo discusso questo termine abbiamo imparato che gli stoici proclamavano una visione del mondo che ciclicamente si distruggeva e si ricreava, un universo che compie un viaggio circolare più che una linea retta da un inizio a una fine. In sostanza un principio di Lavoisier ante litteram.
Altri filosofi prima degli stoici teorizzavano delle forme di palingenesi nelle loro cosmogonie, ma gli stoici furono i primi a sistematizzare in questo modo il termine specifico: la palingenesi è quindi il termine che indica, nel ciclo di apocatastasi, il momento della rinascita, in cui il cosmo si ristabilisce dopo la distruzione.
Successivamente, quando lo stoicismo si scontrò col cristianesimo, il concetto di palingenesi del cosmo divenne estremamente critico; l’eterno ritorno di tutte le cose prevedeva per forza maggiore anche l’eterno ritorno di tutte le anime2 in forma terrena, cosa che il cristianesimo, fin dall’inizio particolarmente affezionato all’idea di inizio e fine del mondo, non poteva accogliere.
La palingenesi nel contesto cristiano divenne quindi una rinascita non ciclica. Il concetto semplice di rinnovamento, infatti, si sposava benissimo con la dottrina cristiana: il rinnovamento della vita dopo la morte, il rinnovamento del battesimo, il rinnovamento portato dall’avvento del regno dei cieli, e così via; non poteva però in nessun modo prevedere un ripetersi di questi fenomeni, ovvero, non è ammissibile che il regno dei cieli arrivi due volte.
Questa trasformazione è molto rilevante perché ci ha fatto perdere di molto il significato puro della parola palingenesi che nella sua etimologia prevede assolutamente la ciclicità: viene infatti dal greco pàlin (πάλιν), di nuovo, e génesis (γένεσις), nascita, creazione.
Tuttavia, oggi, a meno che non si parli di filosofi greci, la palingenesi ha perso la sua sfumatura di ciclicità e viene utilizzato quasi esclusivamente in ambito religioso-cristiano, oppure nella biologia moderna, dove indica il fenomeno evoluzionistico per cui una caratteristica somatica ancestrale viene ereditata così com’è e non subisce delle evoluzioni adattative.
La parola però non è mutata nel frattempo, e quel pàlin, (di nuovo) è ancora lì. Diciamocelo pure: niente ci vieta di usare palingenesi di nuovo3 come “rinascita ciclica”. Usiamolo per parlare della primavera, finché avremo mezze stagioni.
La seconda, se volessimo essere precisi
Reincarnazione, meglio detta in questo periodo storico, metempsicosi.
ahaha, che burlona.
Buondì Macina tempeste,
ti suggerisco un nuovo termine : in-dividuo ... da in-divisum (non diviso, o non-divisibile) ?
Auguri e grazie, Capitano !!🤗