Oggi parliamo di una parola bruttissima; se fossi una persona cattiva, direi che rientra nella nostra rubrica delle parole utili a insultare i nemici.
Sono sicura che abbiate già usato almeno una volta nella vita la parola obbrobrio; forse evitate di farlo non tanto perché non ne conoscete il significato ma piuttosto perché questo miscuglio di b e di r non è la cosa più semplice da dire in pausa caffè il lunedì mattina. Tuttavia, anche se il senso del termine non vi è nuovo, l’etimologia che vedremo insieme oggi potrebbe aprirvi delle nuove porte di utilizzo, facendovi scoprire delle sfumature che non conoscevate.
Obbrobrio fa parte di un gruppo di parole che iniziano per o e che spesso usiamo in maniera intercambiabile: obbrobrioso, orrido, orribile, orrendo. Ognuna di queste ha una sua sfumatura, ma oggi, tendenzialmente, una vale l’altra e tutte indicano qualcosa di bruttissimo, così brutto da essere spaventoso.
In realtà questo “gruppo” di parole di cui vi ho appena parlato è fondamentalmente inesatto - e i più etimologici di voi avranno già notato di cosa sto per parlare.
Orrido, orribile e orrendo non iniziano solo per la stessa iniziale, ma per la stessa radice. Queste parole infatti non sono solo somiglianti, ma derivano tutte dalla stessa radice indoeuropea, ǵʰers-, un suono aspirato che indica la sfera dell’irritazione, eccitazione e paura: potremmo tradurlo con “avere la pelle d’oca”.1
Obbrobrio invece non pertiene davvero a questo gruppo, e, infatti, la sua accezione non corrisponde alla sfera della paura. Una cosa obbrobriosa è una cosa brutta, sì, ma con un senso più legato alla vergogna e all’infamia pubblica.
La parola viene direttamente dal latino obbrobrium composto di ob, a causa di e prober, sfrontato, impudico, infame. Un obbrobrio è quindi qualcosa che merita vergogna e rimprovero a causa della sua sfrontatezza. Non è quindi una cosa brutta o spaventosa, piuttosto qualcosa che va contro il senso comune, il pudore, il buon costume di tutti.
Interessante anche in questo caso vedere la radice indoeuropea corrispondente, o, in questo caso, le radici. Obbrobrio infatti, nel suo termine latino prober, è a sua volta una composizione: viene da *pro-bhr-o, ovvero pro, di fronte, e bhr, presentare, mostrare. Quindi una cosa presentata di fronte a qualcuno, e in questo senso sfacciata, volgare, esplicita.
Per tutte queste ragioni, quando si utilizza obbrobrio nel senso di brutto - “quel dipinto è un obbrobrio!” - si sta in qualche modo sottintendendo sempre che quella bruttezza non è soggettiva ma è un’offesa al gusto, all’estetica. E, ora che sapete questa cosa, non vi viene ancora più voglia di superare il problema fonetico del doppio gruppo consonantico -br- e utilizzarlo come insulto? Io dico che ne vale la pena.
Da questa stessa radice viene anche la parola “orzo”; questo perché probabilmente la radice inizialmente indicava una pianta pungente, in questo caso una spiga, e solo successivamente ha iniziato a indicare in modo figurato una sensazione pungente.
"Obbrobrioso" é meraviglioso !