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La parola di oggi viene suggerita da Sabrina che non conosceva la sua etimologia e, inavvertitamente, ha creato una connessione che ha dell’incredibile.
O forse del mirabolante?
La stessa Sabrina infatti mi racconta spesso che quando era piccola le capitava di cogliere e mangiare i frutti estivi dell’amolo, un albero tipico dell’Europa centrale e Asia centrale e sud-occidentale, diffuso in Italia allo stato selvatico.
Si può trovare spesso in boschi ma anche parchi, ed è considerato soprattutto un albero ornamentale: tuttavia, essendo un albero della famiglia delle prunoidee, fa dei piccoli frutti simili a prugne.1
Prima che lei me ne parlasse non avevo mai sentito nominare questo albero, né ne avevo mai assaggiato i frutti - detti a loro volta amoli - ma un mesetto fa, durante una passeggiata in un grande parco dietro casa, abbiamo trovato proprio un amolo e, dopo averne sentito parlare per anni, ho assaggiato questa piccola prugna per la prima volta.
Essendo inizio giugno, era verde e acerba e immangiabile, ma è stata comunque un’esperienza.
Potete capire quindi come io mi sia meravigliata quando Sabrina ha suggerito la parola mirabolante, un aggettivo per qualcosa di stupefacente e sorprendente, e ho scoperto che viene proprio da questo albero.
L’amolo infatti ha tanti nomi: marusticano, rusticano, brombolo oppure mirabolano.
Il nome mirabolano per questa pianta viene dal greco, myron (μύρον)2, profumo/olio odoroso/unguento, e bàlanos (βάλανος)3, ghianda. Quindi la pianta del mirabolano è letteralmente un albero che produce “ghiande profumate”.
Ma come siamo arrivati da questa pianta all’aggettivo mirabolante?
I frutti dell’amolo o mirabolano per secoli sono stati utilizzati in varie preparazioni mediche per le loro proprietà digestive, lassative, diuretiche e in generale depurative, e si pensa che siano stati gli arabi a introdurre il loro uso come purgante in Europa. Persino oggigiorno si possono trovare in commercio preparazioni in polvere fatte proprio di varietà di amoli/mirabolani.
L’oggigiorno però ci interessa poco: molto più interessante è che nel 1680, l’attore e drammaturgo francese Noël Lebreton de Hauteroche scrive la commedia Crispin medecin, e ci piazza come personaggio principale il medico Mirobolan, dandogli questo nome per due motivi:
La parola mire nel medio evo francese indicava proprio un medico, quindi Mirobolan contiene questo gioco di parole.
Come dicevamo poc’anzi, i farmaci contenenti mirabolano sono cosa piuttosto diffusa e comprensibile da tutti, tanto che il commediografo può permettersi di creare un gioco di parole su questo frutto: come un medico di nome Paracetamol, o Aspirinimus.
Mirobolan nella commedia si mostra come un medico capace di curare qualsiasi cosa con delle semplici pillole, quasi compisse degli atti miracolosi. Questo comportamento, che effettivamente ha dell’incredibile, fa sì che la parola mirobolant passi poi in francese a indicare qualcosa che suscita stupore e meraviglia, ma sempre con quel senso di esagerazione e satira della stessa commedia. Uno come Mirobolan, quindi “un mirabolante” è uno che racconta delle storie esagerate e assurde ma che catturano proprio per la loro meraviglia.
In italiano perdiamo questo senso di falsità e mirabolante è qualcosa di stupefacente, anche se comunque esagerato.
Da cui per esempio viene “mirra”!
Da cui, purtroppo, viene “balanite”. Se non sapete cosa sia, non cercatelo su internet a meno che non vogliate vedere dei peni.
Non avevo idea derivasse dalla botanica, è fantastico, grazie! Vorrei conoscere altre parole che hanno storie simili, che da qualcosa di concreto sono diventate concetti astratti.
Sono ancora sconvolta dalla mirabolante coincidenza!