Ciao pirata,
la parola di oggi viene suggerita da Zally che oltre a essere uno dei sostenitori più assidui della burrasca, è anche un grafico, fotografo e artista: potete trovarlo qui e qui.
Nei commenti alla scorsa burrasca, la parola che viene suggerita è gargantuesco, conosciuta grazie a questa scena di Kill Bill Vol. 2.1
Elle Driver ha assolutamente ragione: è una parola interessantissima e che si usa molto poco.
In parte forse è perché la sua origine non risiede in una radice indoeuropea comune ad altri termini: qualche volta, quando vi propongo delle parole difficili, si riesce magari a intuire il significato dal suono. Insomma, leggete una parola e pensate “non so cosa vuol dire, ma somiglia un po’ a quest’altra parola che conosco quindi me l’immagino”.
Con gargantuesco è un po’ più difficile perché viene - per antonomasia - dal nome di un personaggio dell’omonimo ciclo di cinque romanzi scritti da François Rabelais tra gli anni ‘30 e ‘40 del Cinquecento, Gargantua e Pantagruele.
I cinque romanzi narrano la storia dei re dei giganti Gargantua e Pantagruele, rispettivamente padre e figlio: i primi due libri sono dedicati a uno e all’altro e parlano della loro educazione e istruzione, mentre gli altri tre sono più “avventurosi” e vedono Pantagruele partire in un lungo viaggio per cercare un oracolo che deve aiutare l’amico Panurge a capire se vuole davvero sposarsi o meno.2
Il tema principale dei romanzi è il rifiuto dei vecchi ideali di ascetismo e dogmatismo medievale in favore di un umanesimo ottimista, allegro e libero di godere dei piaceri della vita: questo non in un senso puramente edonistico, ma piuttosto di fiducia nell’innata bontà e capacità di autoregolarsi dell’uomo, senza bisogno di censure o rigidità imposte dalla morale religiosa.
Questo si riflette anche nella scrittura di Rabelais, che infatti si fa beffe di tutte le regole e fa ampio uso di neologismi, tra cui proprio pantagruelico e gargantuesco. È Rabelais infatti il primo a utilizzare queste parole: in accordo con lo spirito godereccio dei romanzi, i giganti spesso si trovano a convivio a raccontare le loro storie attorno a banchetti smisurati.
Pantagruelico infatti indica la grandezza e la ricchezza di un pasto. Rabelais conia anche pantagruelismi, ma anche pantagruelizzare, che indicano gli atteggiamenti e i comportamenti di godimento di questi banchetti.
Gargantuesco invece è più specifico: indica un appetito insaziabile. Questo forse perché il nome del gigante Gargantua viene dallo spagnolo garganta, la gola. Il termine ha un’etimologia incerta, non si riesce a riportare a delle radici precise e si pensa sia onomatopeico.
È solo più tardi che il termine finisce per slegarsi dalla sua origine mangereccia e diventare un aggettivo per indicare qualcosa di enorme, gigantesco. Quindi, gargantuesco sempre inteso come “simile a Gargantua”, ma più per le sue dimensioni di gigante che per il suo appetito.
Questa evoluzione è comunque differenziata nelle varie lingue. Se cerco il significato del termine gargantuan in inglese - quindi l’aggettivo usato da Elle Driver in Kill Bill - il primo significato che trovo è proprio “enorme”, senza riferimenti specifici a fame, appetito o banchetti. Cercandolo in italiano, invece, sembra essere ancora molto forte l’associazione di idee con la sfera del cibo: il primo significato è comunque quello di “appetito smisurato”.
Visto quello che vi ho raccontato di Rabelais, però, non credo gli dispiacerà se facciamo di questa parola quello che ci pare.
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Devo dirvi una cosa terribile: non l’ho mai visto. Ho visto solo il primo. Rimedio stasera perché mi vergogno.
Spoiler: l’Oracolo si chiama Oracolò della Divina Bottiglia e la sua risposta sarà “bevi!”.
La meraviglia di svegliarsi alla mattina e trovare tutto questo :D Graaaaazie...sono un pirata felice!