Oggi parliamo di una parola bella ma brutta ma bella.
È uno di quei termini che originariamente aveva un significato abbastanza neutro e che, poiché l’umanità e fondamentalmente corruttibile, ha col tempo assunto una connotazione negativa.
Un paraninfo nell’italiano contemporaneo è una persona che si rende responsabile di combinare amori tra le persone. Ha un significato negativo perché in alcuni casi può essere usato come una versione MOLTO eufemistica di “ruffiano*”.
Ora, se oggi ruffiano indica un falso adulatore - un po’ come un sycophant inglese - la parola originariamente indicava chi combinava sotto compenso gli incontri amorosi; implicitamente gli incontri con le prostitute, o in qualità di facilitatore o direttamente come pappone delle suddette.
Ora, un paraninfo pare non si occupi di sex work, ma che, piuttosto, faccia la parte dell’intermediario dei matrimoni; per capirci, la mezzana di Mulan che è “più cattiva della Morte, brutta e con le gambe corte”.
Nonostante il significato oggi non sia solo poco piacevole ma anche non molto attuale nel nostro paese, il concetto originale della parola paraninfo era piuttosto neutro, se non addirittura positivo; in più, indicava una figura rituale che conosciamo abbastanza bene.
Prima di tutto, l’italiano ha preso in prestito dal greco solamente la parola paraninfo e non la parola paraninfio, che sembrerebbe identica e invece non lo è**. Entrambe vengono dalla combinazione della preposizione parà (παρά) "presso" e del sostantivo nymphios (νυμϕιος) "sposo" o nymphe (νύμϕη) “sposa”.
Quindi, un paraninfio è un uomo che sta “presso lo sposo”, e una paraninfo è una donna che sta “presso la sposa”.
Nella tradizione greca antica, il paraninfio era un amico intimo o parente dello sposo che si occupava di accompagnare gli sposi novelli alla loro nuova casa dopo il banchetto nuziale, sedendosi con loro sul carro. LA paraninfo, invece, era un’amica o parente della sposa che si recava per tempo alla nuova casa per preparare il talamo e, una volta giunti gli sposi, assisteva la sposa nella preparazione e l’accompagnava al letto nuziale.
Insomma, i testimoni di nozze. Più o meno.
Con il tempo il termine si è corrotto verso l’accezione che già abbiamo visto di “combinacoppie”; esempi di questo uso si hanno nella novella verista di Luigi Capuana Il Paraninfo del 1903, poi resa su pellicola da Amleto Palermi nel Paraninfo del 1934 con Angelo Musco, che l’aveva già rappresentata in teatro nel 1914.
Ma, se dal 1934 non si è più sentita questa parola, forse possiamo decidere di riportarla agli antichi splendori e di chiedere ai testimoni di nozze di essere i nostri paraninfi.
Magari specifichiamo loro che non vogliamo ci preparino il letto.
*fun fact (ma anche poco fun), non si sa con certezza ma una possibile etimologia di “ruffiano” lo fa derivare da “rosso” nel senso di “persona coi capelli rossi”
**La ragione per cui in italiano non abbiamo “paraninfio” ma solo la voce “paraninfo” e solo una versione di genere grammaticale maschile - che però è più simile alla voce femminile greca - è perché Il vocabolo è passato all'italiano attraverso il latino tardo paranymphus (al femminile, paranympha).