A volte le illustrazioni per le parole difficili nascono per accompagnare il testo, alle volte invece le parole difficili nascono per giustificare l’illustrazione.
In questo caso era tutto partito dalla burrasca per la parola ondivago, che conteneva un’illustrazione non riuscitissima di una persona in mezzo alle onde. Non mi era andato giù il non essere riuscita a disegnare questa cosa in un modo che mi piacesse, quindi ho voluto tentare di nuovo, e poi ci ho appiccicato sopra la burrasca per una parola che con l’illustrazione c’entra solo fino a un certo punto.
Avete mai usato la parola catalessi per parlare di un momento di estremo torpore? Un film molto noioso? Un professore non particolarmente frizzante? La fine di una giornata al lavoro molto pesante? Tutte cose che potrebbero, a rigor di logica, indurvi in catalessi, ovvero in uno stato di profonda stanchezza, tale da rendervi poco reattivi e ricettivi, come mezzo addormentati.
Perlomeno, questo è quello che molti credono* quando usano la parola catalessi.
Catalessi viene dal greco katàlepsis (κατάληψις), sostantivo derivato dal verbo katàlambanoo, (καταλαμβάνω) ovvero “prendere”, ma anche “impadronirsi”. Il senso di katàlepsis è quindi l’essere “presi, catturati da qualcosa” oppure “posseduti” nel senso proprio demoniaco del termine.
In senso esatto, catalessi oggi si dovrebbe solo usare in ambito medico-psichiatrico, e indica uno stato del corpo nel quale la persona rimane immobile nella posizione in cui qualcun altro l’ha messa. Come se qualcuno vi posizionasse le braccia nel gesto dell’ombrello e voi non vi muoveste più da lì. È un comportamento tipico della catatonia - e no, catalessi e catatonia non sono la stessa cosa! - e può sopraggiungere in pazienti con schizofrenia, epilessia e Parkinson. Forse l’associazione tra questo stato del corpo e una possessione paranormale potrebbe spiegare il perché chiamare questa situazione catalessi.
Dico “si dovrebbe” perché, di fatto, le regole di una lingua le fanno le persone che la parlano, e se tutti quanti andiamo a prendere il termine “catalessi” per parlare di un’estrema stanchezza, forse ha senso che questo termine significhi anche questo. Probabilmente il tutto viene da una semplice associazione di idee tra lo stato di catalessi medico, che viene anche detto “morte apparente”, e l’immobilismo dato dalla mancanza di energie.
But wait! There’s more.
Vedi nell’illustrazione che la mia Ofelia** ha un foglio di carta e una matita in mano?
Questo perché la parola catalessi in italiano può anche indicare una possibile variazione della metrica nella poesia classica in cui un verso di un poema viene troncato della sua ultima parte. In questo caso non viene dalla parola greca katàlepsis, ma dalla parola katàlexis (κατάληξις), sostantivo del verbo katàlegoo (καταλήγω) «finire, terminare».
E non so voi, ma questa cosa che due parole diverse (katàlepsis e katàlexis) si uniscono in una sola a me fa impazzire.
*pure io eh, finché non ho studiato per questa burrasca credevo che fosse così
**era un riferimento abbastanza ovvio, almeno faccio coming out e non me lo dite voi
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