Ciao pirata!
La parola di oggi entra di diritto nella burrasca perché ha un’etimologia interessante e sono sicura che pochi di voi la conoscano, o conoscano la pianta a cui si riferisce.
Oggi, infatti, parliamo di una verdura.
Ho scoperto questa cucurbitacea guardando un video della youtuber statunitense Beryl Shereshewsky1 che ha chiesto ai suoi fan di proporle delle ricette in cui il protagonista fosse il bitter gourd, una specie di cetriolone bitorzoluto. Questa zucchina è amarissima, e il suo sapore di per sé pare non essere molto piacevole: i fan, infatti, dovevano rispondere alla sfida di trovare una ricetta che le facesse apprezzare questa verdura.2
Vedendo la puntata Sabrina ed io abbiamo realizzato che, una volta, a Milano, abbiamo visto questo bitorzolo a una bancarella e il venditore ci ha detto che si trattava di “una zucchina indiana”.
La cosa è più o meno vera: questa verdura appartiene alla famiglia delle zucchine (le cucurbitacee) e oggi è sì diffusa in India, ma in realtà si è originata in Africa dove era una delle principali fonti di sostentamento della popolazione !Kung del deserto del Kalahari; durante la preistoria delle si è diffusa in Asia e probabilmente è stata addomesticata in agricoltura nel Sudest Asiatico, dove, per il venditore alla bancarella, è diventata di diritto una “zucchina indiana”.
Di fatto però non avevo mai sentito parlare di una verdura chiamata “zucchina indiana” e, poiché Beryl Shereshewsky nel suo video la chiamava con un nome un po’ più preciso, mi sono chiesta se ci fosse un termine specifico in italiano.
Beryl infatti chiama questa “zucchina”, bitter gourd; in inglese, bitter significa amaro, e gourd è una parola generica per descrivere le verdure della famiglia delle cucurbitacee, come le zucche.
Una delle prime traduzioni in italiano che ho trovato per questa verdura, infatti, è zucca amara, un nome che è la trasposizione letterale del termine usato da Beryl e che non potrebbe essere più descrittivo: effettivamente è un tipo di zucca/zucchina ed è molto amara.
Tuttavia, esplorando un po’ più a fondo, scopriamo che, come tante verdure che non appartengono alla nostra tradizione culinaria, il bitter gourd per noi ha tanti nomi, perché nessuno di questi si è consolidato nell’uso comune abbastanza tempo fa.
Potreste infatti conoscere la zucca amara come ampalaya, melone amaro, karela, charantea oppure momordica charantia.
Ampalaya è la parola Tagalog per indicare questa verdura. Fun fact, nelle Filippine se apostrofate qualcuno con ampalaya significa che pensate che sia egoista.
Melone amaro si spiega da solo: poiché la parola gourd indica genericamente le cucurbitacee, possiamo tradurla sia come zucca che come melone, entrambi appartenenti a questa famiglia.
Karela (करेला karelā), è la parola Hindi per indicare la zucca amara; viene dalla parola sanscrita kāravella (कारवेल्ल ) che non ha niente a che fare con le caravelle di Colombo3 ma viene da una parola Dravidica che significava “lancia nera”. Non ho idea del perché, visto che si tratta di una cucurbita verde, però contenti loro.
Momordica charantia/charantea è il termine da cui è partita la mia intenzione di scrivere una burrasca su questa simpatica zucca. L’etimologia di questo termine infatti è incredibilmente interessante.
Momordica infatti viene dal verbo latino mordeo, mordēre, mordere, la cui coniugazione al passato diventa momordi. Probabilmente questo è dovuto dall’aspetto di questa pianta, i cui semi sono bucherellati come se fossero stati morsi e la cui buccia ha una forma irregolare, come masticata.
Charantia invece deriva da caranza, una vecchia parola italiana che significa pergolato; questa verdura infatti è un rampicante che facilmente si può trovare disposto a questa maniera. La parola caranza viene dal greco charax (χάραξ), palo.
Il termine momordica charantia è molto usato anche se si tratta del termine scientifico della classificazione di Linneo e non di una parola che abbiamo ereditato da una lingua straniera. Questa verdura è chiamata in tanti altri modi in vari altri paesi dell’Asia, dell’Africa e dei Caraibi, ma qui vi ho riportato i nomi che ho trovato usati più spesso da fonti italiane.
In ogni caso, è molto, molto amara; Beryl nel suo video consiglia di farle fare un bagno di sale prima di mangiarla, e probabilmente sarà più piacevole. Un po’ come le melanzane quando sanno di qualcosa.
che vi consiglio tantissimo! Si occupa di cucina e i suoi video tematici propongono ricette da tutto il mondo suggerite dai suoi stessi follower; è molto simpatica e si conoscono piatti, ma anche ingredienti, che altrimenti faremmo fatica a scoprire, soprattutto perché si tratta di ricette che appartengono alle tradizioni famigliari delle persone e spesso non si trovano nei ristoranti o nelle guide turistiche. I suoi video hanno anche i sottotitoli automatici in italiano: li ho controllati e sono abbastanza affidabili per capire cosa sta preparando.
Ce la fanno!
Sarebbe stato così divertente! Avrei voluto scrivervi una paraetimologia.