L’idea per questa burrasca, sarò sincera, è di almeno un mesetto fa, ma l’ho ripescata dal cappello perché sto guardando la seconda stagione di Umbrella Academy.
Ora vi parlerò del perché ho fatto questo collegamento nelle note1 a fine burrasca e non qui, così potete evitare gli spoiler se non li volete leggere. Qualcuno potrebbe obiettare che la seconda stagione di Umbrella Academy ormai è uscita a luglio dell’anno scorso ma, considerando che io la sto guardando adesso, capite come sia sensibile al problema spoiler.2
La parola di oggi è incolume. Non è una parola tanto difficile, però mi sembra sia davvero poco usata, e, rientrando forse nel regno di quelle parole che, bene o male, non sono incomprensibili, sarebbe bello la usassimo più spesso.
Uscire incolumi da una situazione significa uscirne sani e salvi, senza aver riportato nessuna ferita. Come Achille piè veloce che vinceva tutti i duelli poiché la madre, Teti, l’aveva immerso nello Stige da bambino, rendendolo incolume a qualsiasi danno, fatta eccezione per il calcagno, dal quale l’aveva retto.
La parola viene dal suo diretto corrispettivo latino, incolŭmis, con lo stesso significato, composto dal prefisso in - che in questa sede ha funzione di negazione - e della radice indoeuropea (s)kel, che indica il concetto di tagliare. Quindi una persona incolume è letteralmente, chi non è stato tagliato, cioè chi non è stato ferito.
Dalla stessa radice, (s)kel, vengono per esempio scalpo, scalpello, scuola, scaglia, scultura e coltello. Alcune di queste cose si usano per tagliare, o intagliare (scalpelli e coltelli) altre sono la cosa intagliata (scaglia, scultura) e altre ancora appartengono a un concetto un po’ più lato di questa radice e vengono dall’idea che ad essere tagliente non siano solo i coltelli, ma anche le menti (scuola).
Se avete letto le note, saprete anche che io, dalla scuola, non sono uscita incolume.
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Guardate! Ora Substack mi permette di fare le note tutte belle ordinate e non con i 1000 asterischi come prima! Gioia e gaudio! Chissà se hanno pensato a me mentre inserivano la feature.
Ieri sera ho guardato la puntata in cui Five, Diego e Lila si trovano all’ambasciata messicana per intercettare il padre, e, dopo aver fallito, mentre lui si allontana in macchina, Five gli urla il seguente verso:
Ed io, nonostante l’attore l’abbia detto con un accento terrificante, ho riconosciuto il verso e ho avuto un flashback traumatico alla quinta ginnasio.
La traduzione di questo verso è
“Narrami, o Musa, dell'eroe multiforme, che tanto
[…]”
E credo di averlo mandato a memoria per sfinimento, come tanti altri che hanno studiato il Proemio dell’Odissea alle superiori. Non appena Five ha urlato queste parole sullo schermo, nel mio cervello ho sentito l’urlo di due diversi insegnanti di greco, e dentro di me ho pure pensato “sta mettendo l’accento sulla vocale sbagliata”, perché sebbene la parola finale, pollà (πολλὰ) abbia un’accento sull’ultima vocale, essendo questo verso un esametro dattilico va letto con gli accenti tutti sballati, e invece di pollà bisognerebbe dire pòlla. Se siete curiosi potete ascoltare la lettura del proemio in esametri dattilici su questo sito. Cliccate sul tasto verde “lettura metrica” a destra.
Questo mi ha fatto anche pensare che non sto tanto bene di testa, perché non ricordo cosa ho fatto cinque minuti fa ma ricordo perfettamente la lettura in esametri dell’inizio dell’Odissea in greco. Ma forse è solo il trauma che fissa le cose meglio nel cervello.
E comunque il riferimento alla parola di oggi è persino più astruso, perché si trova nell’Iliade, non nell’Odissea.
Comunque Ulisse c’è in entrambe quindi chissene.
Le note, giuro, mi hanno fatta morire dal ridere😂. Grazie
Le note, giuro, mi hanno fatta morire dal ridere😂. Grazie