Ciao pirata,
Ti scrivo questa burrasca da un treno per il mare. Dopo oggi, la newsletter prenderà una pausa estiva di due settimane e ci risentiremo a fine agosto.
Su suggerimento di Alessandro, ci salutiamo per l'estate con una parola a tema.
Da piccola confondevo sempre il significato della parola feriale. Quando qualcuno usava questa parola, oppure la leggevo (per esempio sui cartelli dei parcheggi), nella mia testa io pensavo "festivo". Per potermi ricordare che i giorni feriali sono in realtà giorni di lavoro, dovevo sempre ricordarmi che i giorni feriali si contrappongono ai giorni festivi1 quindi, se i festivi sono i giorni di festa, gli altri non possono essere la stessa cosa.2
Se ci pensate bene, non è una confusione strana da avere: le ferie, d'altro canto, sono proprio dei giorni in cui non si lavora.
Perché quindi i giorni feriali sono giorni lavorativi?
Nell'antica Roma, le feria erano delle giornate dedicate al culto, sia pubblico che privato, in cui erano proibite due cose: fare legge e fare politica3. Quindi non era proibito, che so, arare i campi, fare il pane, dipingere vasi o tingere tessuti: non erano giornate "senza lavoro", ma giornate dedicate alle celebrazioni religiose.
Se ci pensate bene, il concetto di giorni feriali e giorni festivi è estremamente storico e sociale: prevede che un gruppo esteso e coordinato di persone (la maggioranza dei cittadini di uno stato, per esempio) condivida una routine settimanale in cui si lavora e si riposa negli stessi momenti, e anche che abbiano dei lavori in cui è possibile fermarsi per riposare regolarmente. Non solo: è anche necessario che lo stato stesso prenda questa routine e ci costruisca su leggi, decreti, contratti del lavoro nazionali e così via.
La routine settimanale che in occidente abbiamo costruito (e imposto con una poco delicata esportazione) nel corso dei secoli4 è basata sulla costruzione del tempo cristiana secondo cui la domenica è giorno di riposo.
Il cristianesimo degli inizi, che si rapportava principalmente con il contesto preesistente dell'antica Roma, prese il concetto di feria e lo utilizzò per indicare i giorni della settimana dedicati alla celebrazione di un santo, che quindi poteva essere considerato, come le feria romane, un giorno di culto. Poiché la domenica era già considerata giorno festivo per la liturgia - e quindi non poteva essere dedicati a dei santi -, rimanevano gli altri giorni della settimana.
Questi giorni quindi diventarono giorni feriali, ovvero quei giorni che sono di culto perché dedicati a un santo, ma non festivi, un termine riservato ai giorni dedicati direttamente alla Trinità o alla Madonna.
Col tempo il calendario ecclesiastico colonizzò tutti i giorni dell'anno con un santo giornaliero, rendendo praticamente tutti i giorni che non sono festivi, feriali.
Detto questo, io vi auguro buona estate, ché non sono più gli anni ‘60 e non so se abbiate ferie e se le abbiate adesso. Passatela fresca.
Un po' come ricordarsi da che parte è la sinistra pensando che scrivi con la destra, e viceversa.
Magari potessero esserlo.
Più o meno. C'erano scappatoie (come sempre).
E che sta venendo a mancare proprio in questo secolo, ma dato che la burrasca non è un trattato socioeconomico, non approfondiremo qui.
Sempre interessante! Buona estate a tutti!!!
Sei bravvisima: chiara, lineare, semplice. Buone vacanze!