Ciao pirata,
oggi parliamo di una parola spaventosa, in parte perché Sabrina ed io abbiamo iniziato a guardare Cabinet of curiosities di Guillermo del Toro e non dormiamo la notte.
Una cosa esiziale è spaventosa perché potenzialmente fatale; è un aggettivo per indicare qualcosa che causa danno e rovina, fino anche alla morte; è un sinonimo, per certi versi, di “pericoloso”, ma il danno arrecato è implicitamente molto più alto.
DIciamo che dare un esame senza aver studiato è “pericoloso”, la peste nera è esiziale.
Il termine deriva direttamente dal latino, dove esiste a sua volta già sotto forma di aggettivo: exitialis, rovinoso, derivato di exitium, ii, rovina, fine.
Ereditiamo questo termine così com’è, senza farlo evolvere ulteriormente: esiziale ed exitialis vogliono dire pressappoco la stessa cosa. Vi faccio l’esempio di un estratto dai Captivi di Plauto:
Neque exitium exitio est1
Non c’è fine alla rovina
Perciò basta, giusto? Il termine viene dal latino, in latino vuol dire la stessa cosa, la burrasca è finita?
Rileggete per un secondo la citazione di Plauto:
Neque exitium exitio est.
Non è…la stessa parola?
Il termine latino exitium, ii, rovina, proviene a sua volta dal verbo exĕo, composto di ex- da, ed ĕo, andare. La radice del verbo ĕo, è il Proto-Indo-Europeo *h₁éyti, che a sua volta significa “andare”. I più disperati tra noi, ovvero i grecisti, ricorderanno forse il corrispettivo greco éimi (εἶμι), andare, come una delle coniugazioni più tremende da ricordare - e soprattutto da distinguere da hìemi (ἵημι), spingere, e hìstemi (ἵστημι) stare.
Exĕo quindi significa “andare da”, ma nello specifico s’intende “uscire”. Il primo significato di exitium, ii è quindi uscita, esattamente come il suo derivato exit in inglese, che altro non è che la terza persona singolare del presente di exĕo, “egli/ella/lui esce”.
E se “egli/ella/lui esce” evidentemente c’è un’uscita.
È possibile che exitium, ii inteso come rovina venga da un’accezione negativa data a questa uscita. Si esce di scena e quindi si è finiti, uscire da una stanza indica il termine del nostro tempo in quello spazio. Si esce quando si ha finito, e se si ha finito è perché si è morti?
Chiudiamo con una citazione teatrale; nella drammaturgia inglese Enter ed Exit vengono usati come annotazioni per indicare l’entrata e l’uscita di scena dei personaggi. E chi è più portatore di morte di Amleto?
Nel 1981 Richard Curtis scrive The Skinhead Hamlet, una breve parodia del dramma più famoso del mondo in cui la maggior parte dei fatti succede come nell’originale ma è ambientata in un pub skinhead tutti i personaggi parlano quello che viene definito un “inglese moderno”, dando vita a momenti esiziali come il seguente:
La citazione corretta in realtà sarebbe neque exitium exitiost, neque adeo spes, quae hunc mi aspellat metum, ovvero “non c’è fine alla rovina, né abbastanza speranza da scacciare la paura”, ma troncata dopo il primo verbo fa molto più effetto.
Che cosa bellissima che ha fatto Guillermo del Toro con "Cabinet of curiosities".