Ciao pirata! Hai notato che è cambiato il formato della nostra home page? Ora somiglia leggermente di più a un blog, cosa che non mi dispiace. Tu che ne pensi?
La parola di questa burrasca si sente molto poco al giorno d’oggi ma non è completamente caduta in disuso: potreste averla sentita in ambito ecclesiastico, per indicare il tipo di annuncio che il papa fa quando viene creato un vescovo o un cardinale, due figure che in questo contesto si dice vengono preconizzate.
Preconizzare è un verbo affascinante e, viste le sue origini e il suo principale significato, non vedo perché non potremmo utilizzarlo anche in contesti non clericali. Mi vengono già in mente moltissime occasioni in cui calza proprio a pennello.
Può avere due significati:
Annunciare solennemente
Predire, preannunciare
Potremmo quasi dire che è un sinonimo del verbo profetizzare, ma solo nel caso in cui anche per voi questo verbo evoca l’idea di un annuncio enfatico, profetico appunto, a un uditorio.
Effettivamente se fai le profezie ma non le dici a nessuno, puoi anche non farle: perciò dentro il senso di preconizzare c’è sia la predizione di un futuro che l’annuncio della predizione stessa. Non è un caso che al secondo punto dell’elenco vi abbia proposto i verbi “predire” e “preannunciare” e non, per esempio, “prevedere”. Pre-dire, pre-annunciare, ma anche profetizzare, sono tutti composti dalla preposizione latina pre- o il corrispettivo greco pro-, e un verbo che implica l’atto di parlare: dire, annunciare, e il verbo greco phemì (ϕημί), dire. Se infatti il prevedere non richiede per forza la comunicazione del proprio pronostico a un eventuale pubblico, tutti gli altri verbi sì: è sottintesa la funzione della comunicazione.
Preconizzare in questo elenco di sinonimi e quasi-sinonimi, sottintende a sua volta una comunicazione al grande pubblico, ma una di un tipo ben preciso: il verbo infatti nasce nel latino medievale, praeconizare, dal latino classico praeconium, “pubblico bando”, a sua volta derivato dal sostantivo praecō, onis, “banditore, araldo”.
I praecones erano una figura della burocrazia romana estremamente eclettica: si occupavano di bandire e gestire le aste e gli annunci degli oggetti smarriti, mantenere il silenzio nelle assemblee, erano gli scrutatori delle votazioni legislative, consegnavano avvisi di comparizione in tribunale o inviti a partecipare a funerali solenni o ai giochi pubblici, durante i quali proclamavano anche i vincitori. In generale erano una figura che si occupava di annunci ufficiali al grande pubblico, in alcuni casi molto solenni. Tutt’oggi un preconio è, per la chiesa cattolica, lo specifico inno in latino riservato alla veglia pasquale che annuncia l’essere in atto della Pasqua stessa.
L’etimologia originale non è certissima: sicuramente il termine contiene il prefisso prae/prē, prima, ma non è chiarissimo cosa sia quello che viene dopo: potrebbe essere una forma del termine vox - vocis, che dà vita a praevox, praevocis, in cui cade la v interna e sostanzialmente ci ritroviamo con un “praeoco” e a questo punto ci sono davvero troppe vocali e facciamo cadere anche la o interna fino a praecō.
Quindi il succo etimologico a cui dobbiamo arrivare è questo: la “voce prima”. Prima di qualcosa, prima di un evento, predittiva, o forse “prima” in un senso spaziale e quindi “di fronte”, la voce di fronte a un pubblico che racconta qualcosa di importante.
Il termine dal medioevo ad oggi non ha subito grandi cambiamenti, soprattutto perché è stato relegato a un ambito religioso: a voi il compito di trovare cosa possa significare oggi preconizzare usandolo in nuovi contesti.
Bella la nuova home page!!
Perché si dice "fare il bucato"? Dalle mie parti la parola dialettale "mbucato" significa "sporco".