Oggi la parola è una, ma, come mio solito, me ne sbatto delle regole perché tanto le ho scritte io e quindi le parole sono due.
La prima parola è apotropaico; nella buona - e finta - tradizione di questa newsletter, vi consiglio questa parola perché potreste perfino finire per usarla nella vostra vita, e anzi, vi incoraggio a farlo*. Stupite i vostri amici durante la tombolata di Natale, quando si saranno ormai dimenticati di questa newsletter** e potrete fingere di conoscere questa parola da soli.
Apotropaico, dal verbo greco apòtrepo (ἀποτρέπω) che è combinazione delle parole apò (ἀπò) = da, e trépo (τρέπω) = girare. Il verbo apòtrepo indica l’atto di “girare [qualcosa] da [se stessi]” - come se spingessimo via qualcuno che ci dà fastidio - e quindi di allontanare.
Quindi l’aggettivo apotropaico significa “che allontana da noi, che scaccia” e si usa specificamente per descrivere cose che scacciano da noi la sfortuna, il malocchio, o un’influenza maligna.
Quindi, possiamo avere un amuleto apotropaico, un talismano apotropaico, un incantesimo apotropaico; è anche apotropaico fare le corna a terra quando qualcuno porta iella.
La seconda parola di oggi è abracadabra.
Mentre cercavo simboli apotropaici antichi da disegnare per l’illustrazione di oggi ho incontrato le ipotesi sull’etimologia di questo “incantesimo” e mi sono sembrate così interessanti da non poterle non condividere con voi.
Non si conoscono le origini della parola abracadabra; il primo testo scritto giunto ai giorni nostri che la usa è del medico personale di Caracalla, Sereno Sammonico, che, nel II sec d.C. la cita nel suo Liber Medicinalis come un possibile rimedio contro la malaria sotto forma di amuleto triangolare con la scritta ripetuta più volte e privata man mano di una lettera.
Da Sammonico, la parola e l’amuleto si fanno strada nell’impero romano: forse venne usata da altri imperatori come Geta e Severo Alessandro, e sappiamo che fu usata come formula magica dagli gnostici della setta di Basilide e che i londinesi appesero triangoli di abracadabra alle porte durante la Grande peste di Londra.
L’etimologia però è incerta ed esistono diverse ipotesi: forse viene dall’aramaico Avrah KaDabra, “io creerò come parlo” o dall’ebraico ha-bĕrakāh dabĕrāh, “pronunciare la benedizione”, oppure, sempre dall’ebraico, Abreq ad habra, “invia la tua folgore fino alla morte”.
O forse Sammonico si è inventato una parola buffa e ci ha turlupinati*** tutti.
*Raccontatemi come volete usare questa parola difficile nella vostra vita quotidiana! Potete farlo qui o nei commenti ai post della newsletter su Instagram al profilo @macinatempeste!
**sempre ammesso che i vostri amici conoscano questa newsletter. E se non la conoscono, perché non gliela fate conoscere voi?
***Terza parola!