Questa parola l’ho scoperta giocando al gioco del dizionario e mi è piaciuta subito perché ha un suono un po’ liquido e denso, proprio come il suo significato.
Lutulento significa fangoso, ma anche sporco di fango e, a livello figurato, impuro, immorale.
Vi chiederete quindi perché il disegno che accompagna la burrasca di questa parola difficile sia un bel fiorellino rosa. Mi piacerebbe fingere di aver fatto un pensiero interessante sulle cose belle e attraenti ma sordide, o sul pensare che dietro le cose belle e attraenti ci sia qualcosa di sordido, ma la verità è che sono solo stupida.
Una settimana fa, quando ho deciso che la prossima burrasca avrebbe riguardato la parola “lutulento”, ho fatto qualche ricerca online per scoprire da dove derivasse e se ci fosse qualche storia interessante da raccontare. Tutti gli articoli che trovavo usavano questa frase:
Lutulento: dal latino lutum, fango; stessa radice di "loto".
E pensavo:
“Che cosa bella e affascinante: il fiore del loto prende il nome da lutum* perché cresce nel fango e noi esseri umani abbiamo deciso di descriverlo con una parola che non denota una sua caratteristica tangibile - il colore, la consistenza al tatto, il numero di petali - ma con una parola che descrive il suo nascere e trarre nutrimento da una sostanza che consideriamo infima e poco ospitale.
Che bella burrasca che ne verrà fuori.”
E invece “loto” vuol dire fango in italiano e io non lo sapevo.**
*Invece il fiore di loto si chiamava lotus in latino e lotòs (λωτός) in greco - nessun significato particolare nascosto -, e con questa parola si indicavano una serie di piante estremamente diverse tra loro - tra cui anche il loto indiano. Se vi interessa, l’italiano ha anche un aggettivo apposito per indicare qualcosa che abbia la forma del fiore di loto - lotìforme- e ce lo siamo inventato per descrivere un tipo di capitello dell’architettura egiziana.
**Divina Commedia: Flegiàs, Flegiàs, tu gridi a vòto, Disse lo mio segnor a questa volta: Più non ci avrai che sol passando il loto (Inferno, 8, 19-21).
Certo poteva essere come in quei paesi in cui i figli prendono i nomi dai patri e si chiamano "figlio di":...son;...San; e così via. Le radici, il luogo da cui "si viene" e da cui si riceve nutrimento è ciò che ci forma agli albori, poi si cresce e si può diventare bellissimi fiori.
Sarebbe stato affascinante. Devo dire che lo sarebbe stato cosi tanto che dopo questo racconto nella mia memoria resterà impressa solo questa ipotetica radice etimologica come se fosse vera. Ne ho già la certezza inconsapevole e mi piace perché significa che ciò che ricordiamo è ciò che ci fa stare bene, che ci piace. Significa che la memoria è a sostegno dell'anima. Leggere cose che mi portano ad avere ricordi piacevoli anche se non necessariamente veri, mi rende una persona, forse più inconsapevole, ma sicuramente più felice. Grazie!