Ciao pirata!
Oggi c’era bisogno di una parola particolarmente divertente.
Sai cos’è un cachinno?
No, non un cacchino.
Un cachinno è una risata sguaiata, intesa soprattutto come una risata di scherno rivolta verso qualcuno; ha un’accezione abbastanza forte - non è solo una risata, è più un perculo - tanto che Dante nel Convivio ci tiene a sincerarsi che tutti sappiano che cachinnare è cosa molto maleducata.
Ne comanda lo Libro de le quattro vertù cardinali: «Lo tuo riso sia sanza cachinno», cioè sanza schiamazzare come gallina.
Il tema della gallina che riporta Dante è molto interessante perché l’origine di questa parola non è chiarissima ma qualche etimologo la fa proprio risalire a una parentela pennuta.
Il termine cachinno in italiano viene direttamente dal suo corrispettivo latino, cachinnus, che significa semplicemente “ridere rumorosamente”. La stessa radice si ritrova in greco, con kachàzoo (καχάζω) “sghignazzare”, nel sanscrito kakh (कख्) “ridere” e dà origine oggi a parole ancora in uso come cackle in inglese, che significa “schiamazzare”, “ridere come una gallina”, ma anche, e qui arriviamo al momento cruciale, alle parole coq in francese, kohout in ceco, kohut (когут) in ucraino e molte altre che indicano direttamente e semplicemente, il gallo.
Tutti questi termini verrebbero da un’unica radice indoeuropea, -ka-, che indica il concetto di risuonare. Non ci sarebbe una parentela diretta tra la risata sguaiata che è il cachinno e il pollo - per intenderci, non chiamiamo cachinno una risata perché gallinacea - ma entrambi sarebbero derivati dalla stessa idea di “qualcosa di rumoroso e un po’ fastidioso”.
In sostanza abbiamo guardato ai polli e alle nostre risate e abbiamo più o meno detto: l’è istess.
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Grazie, io rido così. Con Dante non ho mai avuto un buon rapporto, sono contenta che avrei potuto dargli fastidio se lo avessi conosciuto.