Ciao pirata,
la parola di oggi, guarda caso, rientra nel novero delle parole da utilizzare per insultare bene qualcuno, una rubrica interna alla burrasca che vive e prospera dall’inizio del nostro percorso insieme.
Non è però propriamente un insulto; o meglio, non è una parola che urlereste a qualcuno durante un litigio per una cosa qualsiasi: dev’essere una cosa ben specifica, e cioè essere una persona retrograda.
La parola di oggi è misoneista.
Il termine indica una persona con un atteggiamento di odio e rifiuto verso qualsiasi tipo di novità. Un misoneista vede i cambiamenti con diffidenza e preferisce mantenere le cose “come sono sempre state fatte”; non è un sinonimo, perlomeno in italiano, di una parola come “tradizionalista” che, a prescindere dalla nostra opinione personale, ha un’accezione invece positiva.
Viene da due parole greche, mìsos (μῖσος), "odio", e nèos (νέος), “nuovo”. L’etimologia è quindi assolutamente lampante: “odio per ciò che è nuovo”. Si tratta in più di due radici molto familiari all’italiano, cosa che rende la comprensione e l’uso di questa parola ancora più accessibile; abbiamo infatti abbastanza familiarità con parole come misogino, misantropo, neorealista, neolitico, neomamma e così via.
Una cosa molto interessante succede però se guardiamo la radice proto-indoeuropea da cui viene mìsos (μῖσος), cioè *mēwdʰ-: “lamentarsi”, “essere emotivi per qualcosa”. La radice da cui viene la parola mìsos implica quindi che questo tipo di odio sia prima di tutto una lagna e poi, in un certo modo, irrazionale.
Per contro, la parola “odio” viene invece dalla radice proto-indoeuropea *h₃ed-, ovvero “puzzare”.
Odiare qualcosa che puzza mi sembra un’attività estremamente umana e logica, per cui mi sento di distinguere questi due tipi di odio in base alla loro sensatezza e concludere che un misoneista è fondamentalmente uno che sta lagnando di un futuro di cui ha paura.
Trovo fantastico che *mēwdʰ- suoni come il verso del gatto che si lamenta