Bentornato pirata :)
La parola di questa settimana non è difficilissima; anzi, è molto probabile che tu la conosca già e la sappia usare. È un termine che si usa più facilmente in un contesto scolastico o accademico, ma non è infrequente sentirla anche in altri tipi di conversazioni.
Tuttavia la sua etimologia mi ha dato da pensare. Quando ho deciso di scrivere una burrasca su questa parola ero piuttosto sicura che provenisse da un termine greco, e invece era un altro.
Insomma, oggi vi cuccate questa parola perché la mia memoria è pessima.
Dicotomia, ovvero, la divisione rigida in due parti, è una parola non particolarmente desueta ma neanche diffusissima. Si utilizza, come dicevamo, per lo più in contesti accademici, per esempio in filosofia per indicare la nascita di due concetti a partire da un concetto iniziale a patto che i due concetti siano due parti uguali del primo.
Per intenderci, se ho un uovo e ne ricavo due cucchiai di albume, non ho fatto una dicotomia, perché due cucchiai di albume non fanno un uovo. Se ho un uovo e separo albume e tuorlo, ho fatto una dicotomia. Albume + tuorlo = 🍳.
Già questa cosa per me è estremamente interessante: a volte pensiamo di conoscere una parola e il suo significato - e magari lo conosciamo davvero - ma ci mancano alcune sfumature, o meglio, non ci vengono immediatamente in mente.
Tutte le volte che diciamo dicotomia, abbiamo in mente la rigidità di questo concetto? Il fatto che ogni volta tranciamo un pensiero, un oggetto in due parti? E che queste due parti devono poter essere sommate di nuovo e ritornare integre e uniche?
La parola dicotomia viene dal suo corrispettivo esatto greco, dichotomìa (διχοτομία) «divisione in due parti»; a sua volta la parola è composta da due altri termini: dicho- (διχο-) che qui indica la dualità, e il tema di témnoo (τέμνω), tagliare.
Qui arriviamo al punto che mi ha sorpreso: mi aspettavo che dicotomia venisse da una qualche parola che indicasse il concetto di divisione, ma non ero pronta al fatto che comprendesse dentro di sé il concetto di taglio. Un taglio non è solo una separazione di due parti: è implicito il senso di una ferita, di qualcosa di difficilmente rimarginabile. E diventa ancora più interessante come una dicotomia debba essere per forza rimarginabile: taglio questo concetto in due parti, ma lo faccio in un modo che sia sempre possibile ricostruire il primo.
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