Ciao pirata,
la burrasca si è presa una pausa non annunciata perché non avevo previsto di prenderla ma la vita mi si è affastellata addosso. Anche la burrasca di oggi sarà piuttosto una burraschina perché non volevo lasciarvi proprio proprio soli.
Avete mai detto a qualcuno: “hai capito l’antifona?”.
Si tratta di una frase idiomatica, una frase fatta che così è e così ce la teniamo; si utilizzerebbe per domandare se si è capito un discorso non chiaro, velato o prolisso, ma molto più spesso si usa per domandare se si è compresa una minaccia o comunque di qualcosa che è solo alluso e non viene rivelato completamente.
Ma perché si dice antifona? La parola deriva direttamente dal greco antifonéoo (ἀντιϕωνέω), risuonare in risposta, a sua volta composto dai termini antì (ἀντί), contro, e phooné (φωνή), suono, voce.
Letteralmente antifona è il corrispettivo greco di controcanto. Un’antifona nell’antichità classica è un canto eseguito a due voci una in ottava all’altra che attaccano in momenti diversi in un botta e risposta; è la forma più antica di ritornello ed esistono tanti esempi di antifone nella storia della musica, sia antica che contemporanea, ma fu il canto gregoriano a farne l’uso più sfrenato.
Il termine entra infatti nel nostro vocabolario tramite il canto gregoriano e il cristianesimo. Ancora oggi infatti le antifone gregoriane danno il nome a un momento che nella liturgia della messa cattolica prevede che i parrocchiani recitino o cantino un breve verso in risposta alla lettura o al canto dei salmi. Questo verso si chiama proprio antifona, la cui caratteristica principale dev’essere quella di riassumere il significato dei salmi in poche parole: capire l’antifona diventa quindi un’allusione alla possibilità di capire i salmi e quindi capire il tema di tutta la messa in un momento in cui la celebrazione in latino era incomprensibile ai più.
Anche l’antifona della messa era in latino, ma, poiché nella liturgia ogni domenica dell’anno ha un’antifona specifica, ed essendo le antifone una serie di preghiere cantate, erano più semplici da memorizzare e quindi poi era possibile ricordarsi il significato e capire il senso di tutta la giornata religiosa. Inoltre, capire l’antifona poteva permettere alle persone di capire in quale domenica dell’anno ci si trovava, in periodi storici in cui il conteggio delle giornate sul calendario era appannaggio di una ristrettissima classe colta.
L’antifona è quindi un momento di chiarezza all’interno di un’ora di latino; una chiave che, se compresa, permette di comprendere tutto il discorso fumoso attorno.
Un abbraccio, pirati! Prometto che ci rivedremo presto e più spesso, e questa non è un’antifona.
Ciao Macinatempeste !
Ho un suggerimento: im-post-ore
da impono, is, imposi, impositum, imponere
Che O.G.